Psicologia e Architettura: verso una progettazione rigenerativa

Luoghi e paesaggi costituiscono lo sfondo delle nostre esperienze di vita e possono influenzare le nostre emozioni, i nostri pensieri e i nostri comportamenti. Di questi effetti si occupa la Psicologia Ambientale, detta anche Psicologia Architettonica, che studia la relazione circolare tra la persona e il suo ambiente socio-fisico.

Come disse nel 1943 Winston Churchill nel discorso alla Camera dei Comuni distrutta dai bombardamenti: “Noi diamo forma ai nostri edifici, che a loro volta ci formano”.

Le nostre azioni non sono solo il frutto di valori, credenze e volontà ma l’ambiente che ci circonda influenza e modifica il nostro comportamento, lo stato psico-fisico, la performance e le relazioni sociali. Allo stesso tempo, le nostre azioni influenzano lo spazio circostante generando cambiamenti ambientali. Questo significa che architetti, ingegneri e urbanisti hanno una grande responsabilità quando progettano e pianificano, perché le opere realizzate contribuiranno al benessere o al malessere delle persone.

Gli ambienti, le loro caratteristiche e l’assetto fisico-spaziale modificano le nostre vite e guidano silenziosamente le azioni, suggerendo i comportamenti da adottare o da evitare. La costruzione di un ambiente è sempre riferita a uno spazio fisico e ad uno spazio mentale, portatore di profonde istanze psicologiche e di bisogni legati alla spazialità.

Il termine abitare va oltre la semplice occupazione di uno spazio, includendo la dimensione umana e la relazione complessa e dinamica tra individuo e luogo. È quindi prioritario quando si progetta considerare anche gli aspetti simbolici, psichici e identitari che legano la persona a uno specifico contesto. Lo spazio è un contenitore di significato che va vissuto in maniera consapevole attraverso una progettazione che parta da un’attenta analisi dei bisogni delle persone, che sia esteticamente piacevole, e funzionale alle attività da svolgere al suo interno.

Le esperienze vissute in uno spazio, i legami che stabiliamo con determinati luoghi, le influenze dell’ambiente fisico e sociale contribuiscono alla definizione dell’identità personale: comunicano chi siamo, stabiliscono il nostro rapporto con gli altri e l’appartenenza a determinati stili di vita, gusti e abitudini.

Gli ambienti di vita quotidiani, i paesaggi e le città ci definiscono individualmente, collettivamente e culturalmente.

Perché è fondamentale che la Psicologia sostenga la progettazione e la consulenza nelle sue diverse fasi e alle diverse scale?

Perché i bisogni psicologici dell’essere umano legati allo spazio dovrebbero sempre essere attentamente considerati affinché lo spazio costruito sia fonte di sicurezza, promuova un senso di controllo personale, favorendo l’autonomia e un’immagine positiva di sé, garantisca la privacy necessaria, consenta l’espressione del sé attraverso la personalizzazione.

Le indicazioni provenienti dalla Psicologia Ambientale configurano un approccio informato dalla ricerca empirica (Evidence-Based Design, EBD), approccio secondo cui la progettazione dovrebbe utilmente riferirsi alle evidenze scientifiche più recenti per far fronte alle singole scelte progettuali. Queste non costituiscono un limite o un vincolo alla creatività dell’architetto, ma accrescono la sua consapevolezza per fare in modo che l’opera realizzata sia fonte di benessere per le persone.

La Psicologia Ambientale favorisce l’adozione di prassi progettuali che attingono a competenze multidisciplinari, in grado di accorciare la distanza progettista-utente e di porsi in una dimensione di ascolto rispetto a esigenze, aspettative e bisogni.

All’interno di questo orizzonte di significato, i principi teorici e applicativi della biofilia e della rigeneratività ambientale, possono utilmente essere considerati dai progettisti per creare spazi in grado di ridurre i livelli di stress, ripristinare le risorse cognitive e promuovere una sensazione generale di comfort. La progettazione rigenerativa (Restorative Design) apre le strade ad architetture sostenibili non solo a livello ambientale ma anche e soprattutto psicologico.

Articolo scritto da:
Dott. Leonardo Tizi, architetto, psicologo ambientale, psicoterapeuta e Dott.ssa Elisabeth Gesualdi socio-psicologa ambientale.

Scopri il percorso in partenza Martedì 11 ottobre: Casa: tra progettazione e spazio psicologico.